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A New Model for Housing Finance presents a thought-provoking solution to the housing crisis that follows the division of public and private money on housing costs and benefits. It brings a practical perspective on why housing is unaffordable, and what can be done about it using public and private capital. This book re-examines the foundation of housing finance in the United States with the aim to shift the paradigm from the public and private sectors working in silos, to working together. \n\nThrough brief yet rigorous chapters, the book assesses the policy failures of both public and private sectors by drawing attention to the continuing human impacts of this man-made crisis, finally calling for a new model of financing housing through public-private partnerships. The limited impact and false hope of planning interventions, as well as the widespread economic impacts of the global pandemic of 2020, demonstrate the urgent need for change in our approach to housing policy, and this book lays out a path forward. It will be of interest to anyone working in or studying housing, social justice, urban planning, urban studies, and public policy.

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L'opera aspira a essere uno strumento ricostruttivo della materia del \"diritto civile dell'ambiente\", nel segno del superamento della tradizionale divisione tra \"pubblico\" e \"privato\". I temi e problemi affrontati, non di rado colpevolmente trascurati dai civilisti, sono trattati, pur sotto il profilo tecnico e operativo, secondo un metodo problematico, sistematico e assiologico, consapevole della unitarietà e complessità del sistema ordinamentale vigente e della priorità dei valori personalistici e solidaristici nella gerarchia delle fonti normative. Emerge, così, la chiave di lettura per ricondurre a unità i diversi elementi costitutivi della nozione giuridica di ambiente, cioè il riferimento funzionale dei medesimi al \"pieno sviluppo della persona umana\": la scelta personalista e solidaristica, che colora il nostro ordinamento costituzionale, consente di configurare unitariamente l'ambiente come habitat adeguato allo sviluppo della persona. Il testo, pur rivolgendosi soprattutto agli studenti come strumento didattico, costituisce un contributo al dibattito scientifico sulle problematiche esaminate.

Tessa Bernardi lavora nella divisione risk management di un’importante agenzia assicurativa bolognese. È quella che si dice una donna forte, sia al lavoro sia nella vita privata. Per aiutare la sua amica Manuela che, dopo la morte del fratello, vuole vendere la tenuta di famiglia, si ritrova a studiare a fondo il settore dell’agricoltura biologica, a cui è sempre stata attenta per via delle allergie alimentari di cui soffre suo figlio. Scoprirà così che la morte dell’uomo non è stata affatto un incidente e che forse la causa va cercata nei pericolosi segreti che condivideva con la sorella. Spaventata ma testarda, Tessa inizia una rincorsa per scoprire la verità, una personale indagine che la porterà dentro un mondo rischioso e dalle frequentazioni ambigue. Il nuovo libro di Zannoni, sullo sfondo di un universo molto particolare, quello del comparto agroalimentare, è una storia “aperta” a più interpretazioni in cui i personaggi si muovono sul filo del rasoio.

È negli anni ottanta che il cibo in Italia diventa food. Appena uscito dagli anni di piombo e dalla crisi economica, il Paese desidera lasciarsi alle spalle divisioni e austerità, per aprirsi al mondo e allo stesso tempo dedicarsi al piacere privato del mangiare. In una cultura gastronomica varia ma tradizionalista come la nostra questo vuol dire in primo luogo rompere tabù, «contaminare»: ecco quindi che il salmone affumicato, il risotto alle fragole e champagne e le merendine Girella prendono posto nelle case degli italiani che fanno sfoggio di un nuovo benessere, mentre i giovani scoprono il lusso in un Long Island, l'America in un fast food, e Gualtiero Marchesi rivoluziona l'alta cucina internazionale con piatti che sembrano venire da un altro pianeta. In questo percorso a tappe tra pietanze iconiche e ingredienti inusuali, Carlo Spinelli (che in quel decennio era solo un bambino attratto irresistibilmente dal turbinio di pubblicità zuccherose e seducenti) approfondisce e divaga con leggerezza su un periodo fondante della nostra identità e dei nostri desideri, raccontando splendori e miserie di una nazione divisa tra il disastro di Chernobyl e la Milano edonista di yuppie e paninari. Confermando che, in qualunque epoca, siamo quello che mangiamo, ma soprattutto mangiamo come le persone che vorremmo essere. Con 24 ricette più o meno memorabili semplici da realizzare facili da riassaggiare deliziose da provare anche da chi, all'epoca, non era ancora nato!

George MacDonald Fraser’s hilarious stories of the most disastrous soldier in the British Army – collected together for the first time in one volume.\n\n\n Private McAuslan, J., the Dirtiest Soldier in the Word (alias the Tartan Caliban, or the Highland Division’s answer to the Pekin Man) first demonstrated his unfitness for service in The General Danced at Dawn. He continued his disorderly advance, losing, soiling or destroying his equipment, through the pages of McAuslan in the Rough. The final volume, The Sheikh and the Dustbin, pursues the career of the great incompetent as he shambles across North African and Scotland, swinging his right arm in time with his right leg and tripping over his untied laces.\n\n\n His admirers know him as court-martial defendant, ghost-catcher, star-crossed lover and golf caddie extraordinary. Whether map-reading his erratic way through the Sahara by night or confronting Arab rioters, McAuslan’s talent for catastrophe is guaranteed. Now, for the first time, the inimitable McAuslan stories are collected together in one glorious volume.

Questo libro è destinato a chiunque voglia capire perché e soprattutto come gestire i reclami e trasformarli in opportunità di fidelizzazione del cliente: titolari di piccole e medie aziende, amministratori delegati di grandi società, direttori di divisione o di funzione, dirigenti pubblici e privati, nonché coloro che concretamente sono preposti a gestire reclami.

Si parla del mondo in cui vivono le persone vere, descritto nel modo più veritiero possibile: crudele ma allo stesso tempo incantevole. I personaggi sono incatenati al loro mondo \"privato\". È una letteratura di evasione, fatta per chi intende la letteratura senza divisioni di genere e che intende essere colpito e inteso per le sue emozioni. È libero sanguinare, il potersi lasciare andare senza vergognarsi dei propri sentimenti e senza reprimere i propri istinti, tenendosi lontani pero dal perbenismo e dall'eccessivo sentimentalismo. Sono racconti che cercano di abbracciare il mondo e chi lo vive, senza sbattergli in faccia bugie o finte realtà.

Sexuality and gender have long been influential in understanding the construction of domestic space, its meanings, often revealing a binary division of private and public, female and male. By reconstructing the foundation of queer critiques of space and by analyzing the representation of domesticity in contemporary art and architecture, Unplanned Visitors shows the blurring of private and public that can occur in any domestic space and explores the potential of queer theory for understanding, and designing, the built environment. Olivier Vallerand investigates how queer critiques, building on pioneering feminist work, question the relation between identity and architecture and highlight normative constructs underlying domestic spaces. He draws out a genealogy of queer space in theoretical discourse in architecture, studying projects by Mark Robbins, Joel Sanders, J Mayer H, Elmgreen & Dragset, Andres Jaque, and MYCKET, among others. These works blur the traditional borders between architecture and art to emphasize the tensions between private and public and their impact on assumptions about domestic space and family structure. The challenges in moving from experimental installations to built environments suggest how designers must acknowledge and respond to the social contexts that shape architecture, rethinking how domestic spaces can be designed to allow everyone to better manage the expression of their self-identification through their living environments. Unplanned Visitors poses a challenge to traditional architectural theory and history, but also suggests a renewed and more inclusive ethics whereby designers explicitly address social and political power structures. The potential of a queer approach to architectural design, history, theory, and education is precisely to enact a method that creates more inclusive buildings and safer neighbourhoods for everyone.

L'opera aspira a essere uno strumento ricostruttivo della materia del \"diritto civile dell'ambiente\", nel segno del superamento della tradizionale divisione tra \"pubblico\" e \"privato\". I temi e problemi affrontati, non di rado colpevolmente trascurati dai civilisti, sono trattati, pur sotto il profilo tecnico e operativo, secondo un metodo problematico, sistematico e assiologico, consapevole della unitarietà e complessità del sistema ordinamentale vigente e della priorità dei valori personalistici e solidaristici nella gerarchia delle fonti normative. Emerge, così, la chiave di lettura per ricondurre a unità i diversi elementi costitutivi della nozione giuridica di ambiente, cioè il riferimento funzionale dei medesimi al \"pieno sviluppo della persona umana\": la scelta personalista e solidaristica, che colora il nostro ordinamento costituzionale, consente di configurare unitariamente l'ambiente come habitat adeguato allo sviluppo della persona. Il testo, pur rivolgendosi soprattutto agli studenti come strumento didattico, costituisce un contributo al dibattito scientifico sulle problematiche esaminate.

Sexuality and gender have long been influential in understanding the construction of domestic space, its meanings, often revealing a binary division of private and public, female and male. By reconstructing the foundation of queer critiques of space and by analyzing the representation of domesticity in contemporary art and architecture, Unplanned Visitors shows the blurring of private and public that can occur in any domestic space and explores the potential of queer theory for understanding, and designing, the built environment. Olivier Vallerand investigates how queer critiques, building on pioneering feminist work, question the relation between identity and architecture and highlight normative constructs underlying domestic spaces. He draws out a genealogy of queer space in theoretical discourse in architecture, studying projects by Mark Robbins, Joel Sanders, J Mayer H, Elmgreen & Dragset, Andres Jaque, and MYCKET, among others. These works blur the traditional borders between architecture and art to emphasize the tensions between private and public and their impact on assumptions about domestic space and family structure. The challenges in moving from experimental installations to built environments suggest how designers must acknowledge and respond to the social contexts that shape architecture, rethinking how domestic spaces can be designed to allow everyone to better manage the expression of their self-identification through their living environments. Unplanned Visitors poses a challenge to traditional architectural theory and history, but also suggests a renewed and more inclusive ethics whereby designers explicitly address social and political power structures. The potential of a queer approach to architectural design, history, theory, and education is precisely to enact a method that creates more inclusive buildings and safer neighbourhoods for everyone.

Questo libro è destinato a chiunque voglia capire perché e soprattutto come gestire i reclami e trasformarli in opportunità di fidelizzazione del cliente: titolari di piccole e medie aziende, amministratori delegati di grandi società, direttori di divisione o di funzione, dirigenti pubblici e privati, nonché coloro che concretamente sono preposti a gestire reclami.

Tessa Bernardi lavora nella divisione risk management di un’importante agenzia assicurativa bolognese. È quella che si dice una donna forte, sia al lavoro sia nella vita privata. Per aiutare la sua amica Manuela che, dopo la morte del fratello, vuole vendere la tenuta di famiglia, si ritrova a studiare a fondo il settore dell’agricoltura biologica, a cui è sempre stata attenta per via delle allergie alimentari di cui soffre suo figlio. Scoprirà così che la morte dell’uomo non è stata affatto un incidente e che forse la causa va cercata nei pericolosi segreti che condivideva con la sorella. Spaventata ma testarda, Tessa inizia una rincorsa per scoprire la verità, una personale indagine che la porterà dentro un mondo rischioso e dalle frequentazioni ambigue. Il nuovo libro di Zannoni, sullo sfondo di un universo molto particolare, quello del comparto agroalimentare, è una storia “aperta” a più interpretazioni in cui i personaggi si muovono sul filo del rasoio.

George MacDonald Fraser’s hilarious stories of the most disastrous soldier in the British Army – collected together for the first time in one volume.\n\n\n Private McAuslan, J., the Dirtiest Soldier in the Word (alias the Tartan Caliban, or the Highland Division’s answer to the Pekin Man) first demonstrated his unfitness for service in The General Danced at Dawn. He continued his disorderly advance, losing, soiling or destroying his equipment, through the pages of McAuslan in the Rough. The final volume, The Sheikh and the Dustbin, pursues the career of the great incompetent as he shambles across North African and Scotland, swinging his right arm in time with his right leg and tripping over his untied laces.\n\n\n His admirers know him as court-martial defendant, ghost-catcher, star-crossed lover and golf caddie extraordinary. Whether map-reading his erratic way through the Sahara by night or confronting Arab rioters, McAuslan’s talent for catastrophe is guaranteed. Now, for the first time, the inimitable McAuslan stories are collected together in one glorious volume.

Si parla del mondo in cui vivono le persone vere, descritto nel modo più veritiero possibile: crudele ma allo stesso tempo incantevole. I personaggi sono incatenati al loro mondo \"privato\". È una letteratura di evasione, fatta per chi intende la letteratura senza divisioni di genere e che intende essere colpito e inteso per le sue emozioni. È libero sanguinare, il potersi lasciare andare senza vergognarsi dei propri sentimenti e senza reprimere i propri istinti, tenendosi lontani pero dal perbenismo e dall'eccessivo sentimentalismo. Sono racconti che cercano di abbracciare il mondo e chi lo vive, senza sbattergli in faccia bugie o finte realtà.

È negli anni ottanta che il cibo in Italia diventa food. Appena uscito dagli anni di piombo e dalla crisi economica, il Paese desidera lasciarsi alle spalle divisioni e austerità, per aprirsi al mondo e allo stesso tempo dedicarsi al piacere privato del mangiare. In una cultura gastronomica varia ma tradizionalista come la nostra questo vuol dire in primo luogo rompere tabù, «contaminare»: ecco quindi che il salmone affumicato, il risotto alle fragole e champagne e le merendine Girella prendono posto nelle case degli italiani che fanno sfoggio di un nuovo benessere, mentre i giovani scoprono il lusso in un Long Island, l'America in un fast food, e Gualtiero Marchesi rivoluziona l'alta cucina internazionale con piatti che sembrano venire da un altro pianeta. In questo percorso a tappe tra pietanze iconiche e ingredienti inusuali, Carlo Spinelli (che in quel decennio era solo un bambino attratto irresistibilmente dal turbinio di pubblicità zuccherose e seducenti) approfondisce e divaga con leggerezza su un periodo fondante della nostra identità e dei nostri desideri, raccontando splendori e miserie di una nazione divisa tra il disastro di Chernobyl e la Milano edonista di yuppie e paninari. Confermando che, in qualunque epoca, siamo quello che mangiamo, ma soprattutto mangiamo come le persone che vorremmo essere. Con 24 ricette più o meno memorabili semplici da realizzare facili da riassaggiare deliziose da provare anche da chi, all'epoca, non era ancora nato!